Abbiamo publicato le registrazioni della Conferenza Nazionale di Bioetica per le scuole con la presentazione dei lavori degli studenti di 21 classi appartenenti a 15 scuole dislocate sull’intero territorio nazionale.
Autore: Segreteria Bioetica
Eutanasia, scontro tra bioetica cattolica e laica. La Consulta lucana: ora una legge che tuteli il fine vita
Sulla Nuova del Sud del 5 marzo, l’intervista di Mariolina Notargiacomo a Alessia Araneo, coordinatrice della sezione lucana della Consulta di Bioetica, sul tema dell’eutanasia.
Comunicato stampa: L’EUTANASIA È UNA FORMA DI “CURA”
Torino, 24 febbraio 2022 COMUNICATO STAMPA 3-2022 L’EUTANASIA È UNA FORMA DI “CURA” PERCHÉ TOGLIE IL PAZIENTE DALLA CONDIZIONE INFERNALE. UNA RISPOSTA AL CENTRO DI BIOETICA LUCANO In un’ampia intervista al giornale “La Nuova del Sud” il Direttore del Centro di Bioetica Lucano Rocco Gentile ha dichiarato che l’eutanasia è un atto che annienta la cura, quindi ha approvato la bocciatura del Referendum. Senza entrare nel merito della decisione della Corte Costituzionale sul Referendum, che solleva problemi diversi, si vuole qui criticare la tesi centrale sostenuta da Rocco Gentile, ossia che l’eutanasia sia una richiesta di morte sic et simpliciter. Questa caratterizzazione dell’eutanasia è ingenerosa e inadeguata, perché ignora la premessa fondamentale della richiesta eutanasica, ossia lo stato di irreversibile sofferenza esistenziale che la genera. Chi chiede l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita non lo fa né per mero capriccio né come esito di una temporanea e passeggera difficoltà psicologica, ma perché è afflitto da estrema, disperata e ineluttabile sofferenza. È questa ciò che muove il paziente a chiedere l’eutanasia. Omettere la grave e infernale sofferenza che sta alla base della domanda eutanasica è capzioso e inquina un dibattito che, su questi temi tanto delicati, dovrebbe essere attento ed equanime. Dunque, se l’eutanasia viene richiesta da un paziente che versa in una condizione irreversibile di malattia, perseverare con il principio di cura a tutti costi significa rispettare il paziente oppure accanirsi sulla sua sofferenza? Chi sostiene la necessità di dover curare a tutti i costi e fino alla fine lo fa, spesso, sulla base di due convinzioni: la prima è che la vita sia sacra e pertanto indisponibile; la seconda è che la funzione di cura del medico debba prevalere sulla volontà del paziente. Ora, l’idea della sacralità e indisponibilità della vita deriva da un convincimento religioso, che è ben lontano dall’essere un principio universalmente condiviso. Vietare l’eutanasia sulla base di una convinzione religiosa e personale comporta un’ingiustizia ai danni di coloro che non condividono la medesima convinzione. Approvare l’eutanasia, viceversa, non significa imporne la pratica a chi la disapprova, bensì rispettare la volontà di quelle persone che non riescono più a sopportare il peso di una sofferenza che non conoscerà mai sollievo. In altri termini, vietare l’eutanasia riduce le libertà dei singoli; approvarla, invece, significa offrire una possibilità in più a coloro che avvertono l’insopprimibile necessità di porre fine a un dolore destinato a perpetuarsi. Questa posizione, tra l’altro, risulta essere conforme al dettato della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, che recita: «Se, infatti, il fondamentale rilievo del valore della vita non esclude l’obbligo di rispettare la decisione del malato di porre fine alla propria esistenza tramite l’interruzione dei trattamenti sanitari – anche quando ciò richieda una condotta attiva, almeno sul piano naturalistico, da parte di terzi (quale il distacco o lo spegnimento di un macchinario, accompagnato dalla somministrazione di una sedazione profonda continua e di una terapia del dolore) – non vi è ragione per la quale il medesimo valore debba tradursi in un ostacolo assoluto, penalmente presidiato, all’accoglimento della richiesta del malato di un aiuto che valga a sottrarlo al decorso più lento conseguente all’anzidetta interruzione dei presidi di sostegno vitale.». In secondo ordine, ritenere la funzione di cura del medico prioritaria rispetto alla libertà di scelta del paziente è il frutto di una interpretazione arcaica, gerarchica e ampiamente superata della relazione medico-paziente, per cui il primo sarebbe depositario e custode della vita del secondo. Lo sforzo verso cui muove la medicina odierna è invece quello di stabilire una orizzontalità nel rapporto, per cui il medico risponde alla richiesta di cura del paziente, ma non la impone contro la sua volontà né vicaria le scelte di vita del paziente sulla base di convincimenti del tutto personali. Ecco, finché il dibattito sul fine-vita resterà ancorato a posizioni dogmatiche − che non tengono conto dell’evoluzione della relazione medico-paziente e del mutato contesto storico, dominato dal pluralismo morale − sarà difficile produrre importanti passi in avanti. L’auspicio, ad oggi, è che il Parlamento suturi il gap che lo distanzia dalla cosiddetta “vita reale” e colga la necessità, sempre più impellente, di legiferare a favore della morte medicalmente assistita per consentire a chi patisce una sofferenza grave e irreversibile di trovare pace, quando è impossibilitato a farlo da sé. Alessia Araneo Coordinatrice Sezione Lucana Maurizio Mori Presidente Consulta di Bioetica Onlus Leggi anche: https://www.basnews.it/una-risposta-al-centro-di-bioetica-lucano/
Ora una buona legge per la morte volontaria medicalmente assistita.
L’articolo di Maurizio Mori uscito su Striscia Rossa di ieri
EUTANASIA E SUICIDIO ASSISTITO Una prospettiva protestante sul fine vita. A cura di LUCA SAVARINO
Guarda la registrazione della presentazione del libro a cura di Luca Savarino EUTANASIA E SUICIDIO ASSISTITO. Una prospettiva protestante sul fine vita. che si è tenuta venerdì 25 febbraio, nell’ambito del Master in Bioetica, pluralismo e consulenza etica.
“Certi sentimenti. Storie di vite ricomposte” di Marina Mengarelli Flamigni
Una recensione di Maria Teresa Busca dell’ultimo libro di Marina Mengarelli Flamigni, uscito a febbraio 2022 per Pendragon
Suicidio assisito e Ippocrate. Perché la richiesta di Mario il marchigiano è una “vittoria”
Una riflessione filosofica sul valore della vita umana è il tema dell’articolo del prof. Maurizio Mori pubblicato oggi su Quotidiano Sanità
Suicidio assisitio. L’esperienza della Asl Toscana Nord Ovest che ha “già” applicato la sentenza della Corte Costituzionale
di Mariella Immacolato – pubblicato su Quotidiano Sanità del 10.02.2022. Con una apposita delibera la Asl toscana ha infatti dato attuazione a quanto indicato dalla sentenza del 2019 che ha aperto la strada all’aiuto medico al suicidio e fornire così un ulteriore contributo per sciogliere il nodo del parere del Comitato Etico sollevato anche dalla recente proposta di decreto del ministro Speranza
Comunicato Stampa: Papa Francesco: insistere contro l’eutanasia è controproducente e ostacola lo sviluppo dell’etica e della libertà di tutti!
COMUNICATO STAMPA 2-2022 Papa Francesco: insistere contro l’eutanasia è controproducente e ostacola lo sviluppo dell’etica e della libertà di tutti! Gli italiani reagiranno con orgoglio all’inaccettabile ingerenza attuata proprio mentre il Parlamento si accinge a discutere la proposta di legge sul tema
Suicidio assistito. Ma la Chiesa Cattolica che posizione ha? di Maurizio Mori
L’articolo di Maurizio Mori apparso su Quotidiano Sanità il 7 febbraio.