In G.U. 13 marzo 2024 è stata pubblicata l’ordinanza del 17 gennaio 2024 del Tribunale di Firenze (Sez. Gip), con cui è sollevata q.l.c.«dell’art. 580 c.p., come modificato dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale, nella parte in cui richiede che la non punibilità di chi agevola l’altrui suicidio sia subordinata alla circostanza che l’aiuto sia prestato a una persona “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”, per contrasto con gli artt. 2, 3, 13, 32 e 117 Cost., quest’ultimo in riferimento agli artt. 8 e 14 della Convenzione EDU»
La Consulta di Bioetica ha depositato alla Corte Costituzionale nella giornata del 2 aprile un’Opinione di Amicus Curiae apportando circostanze in fatto e elementi in diritto che depongono a favore dell’accoglimento della questione sollevata, pur nella consapevolezza della necessità di un intervento del Legislatore sul tema.
Con questa opinione si è voluto anzitutto evidenziare come la sentenza della C.C. 242/2019 abbia fatto emergere una nuova dimensione del diritto di autodeterminazione terapeutica, che comprende anche la possibilità di scegliere come congedarsi dalla vita.
La Consulta di Bioetica ritiene, quindi, che, per evitare ingiuste discriminazioni tra pazienti e la violazione del diritto alla parità di trattamento tra gli stessi, la sussistenza di un trattamento di sostegno vitale non debba costituire conditio sine qua non per l’accesso all’aiuto al suicidio, dovendo piuttosto, a tale fine, guardarsi agli altri elementi individuati nella C.C. 242/2019, ossia: a) la sussistenza di una patologia irreversibile; b) l’intollerabilità per il paziente delle sofferenze fisiche o psicologiche; c) la capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli.
Leggi e scarica l’Opinione Amicus Curiae depositata dalla Consulta di Bioetica
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